Grazie al DNA è possibile accertare l’identità e la purezza delle materie prime, verificare la
composizione di prodotti finiti e lavorati ed individuare possibili contraffazioni.
La sicurezza prima di tutto
Le analisi genetiche consentono di rintracciare in tempi rapidi la presenza di batteri o
eventuali contaminazioni dannose per la salute.
Un valore aggiunto per il tuo prodotto
Il consumatore odierno è sempre più consapevole ed informato. Saper comunicare la qualità e sicurezza dei propri prodotti è un fattore determinate nelle scelte d’acquisto.
Dopo il successo dello scorso anno torna la digital week, l’evento milanese dedicato all’educazione, alla cultura e all’innovazione digitale promosso Comune di Milano, assessorato alla trasformazione digitale e servizi civici, Cariplo Factory, Interactive Advertising Bureau (Iab), Hublab e Meet – Centro internazionale per la cultura digitale
Dalla collaborazione tra FEM2-Ambiente e Giorgio Bacagias (Eccellenza Ellenica srls), imprenditore ellenico che da anni si occupa della promozione ed esportazione dei prodotti d’eccellenza della sua terra, nasce un nuovo strumento per la valorizzazione della qualità dello zafferano greco (Krokos Kozanis).
Lo zafferano ellenico, coltivato esclusivamente nella regione di Kozani, è un prodotto dalle caratteristiche uniche che lo contraddistinguono sul mercato rendendolo un prodotto di eccellenza oggi utilizzato nelle cucine dei più grandi chef. Garantire un prodotto puro e di alta qualità diventa un aspetto fondamentale per i produttori che dal 1966 si riuniscono nella Cooperative de Safran. La cooperativa, composta da più di 1500 agricoltori, detiene il diritto esclusivo di raccolta, confezionamento e distribuzione dello zafferano, garantendo il mantenimento degli alti standard attraverso costanti controlli e riuscendo ad ottenere la certificazione di qualità ISO 9001.
L’errata corrispondenza tra il prodotto venduto e quello dichiarato in etichetta è un problema che interessa particolarmente il settore ittico. L’attenzione su questo tema rimane sempre alta e anche in quest’ultimo mese non sono mancate notizie a riguardo.
Le preferenze dei consumatori riguardo determinate specie ittiche sono influenzate da diversi fattori. Il valore percepito, le proprietà nutritive e la sostenibilità di alcune specie rispetto ad altre sono aspetti che guidano le scelte dei consumatori finali (e non solo) e influiscono sul prezzo che questi sono disposti a pagare.
In un momento storico in cui il consumatore è sempre più attento a ciò che acquisita e consuma diventa indispensabile guadagnarne e mantenerne la fiducia attraverso la fornitura di prodotti controllati ed etichettati correttamente.
Tutto il settore vitivinicolo sostiene l’importanza di conoscere, identificare ed etichettare correttamente le cultivar presenti sul mercato.
Anni di selezione naturale e poi la coltivazione dell’uomo hanno fatto sì che si creasse un elevato numero di varietà di vite, sia da vino sia da tavola. Sebbene spesso le caratteristiche organolettiche differenziano uve diverse, lo stesso non si può dire dei tratti morfologici che non sempre sono in grado di distinguere una cultivar dall’altra. Tutto questo ha reso necessario lo sviluppo di metodi diagnostici per un’identificazione varietale in tempi rapidi e con costi sostenibili.
Da sempre l’Italia è una delle mete più ambite per i viaggi enogastronomici. Ogni anno sono innumerevoli i turisti che visitano regioni e città italiane con lo scopo di gustare i prodotti tipici del territorio.
Dalla montagna al mare, passando per pianure e colline, ogni regione si fregia dei suoi sapori unici. Vini, salumi, formaggi, dolci e piatti della tradizione, accompagnati spesso da viste e paesaggi mozzafiato, diventano tappa fondamentale delle vacanze per 7 turisti su 10 in viaggio nel Belpaese.
Prodotti tipici scelti anche come souvenir. Addio gondole in miniatura, boule de neige con il Colosseo innevato e calamite con torri pendenti, nel 2018 i turisti scelgono l’enogastronomia anche come ricordo del proprio viaggio.
Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Olio extra vergine d’oliva, Prosciutto di Parma, sono solo alcune delle eccellenze del food italiano protagoniste dell’animata discussione scatenatasi in questi giorni.
A provocare la controversia il rapporto “Time to deliver” pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che, secondo alcune testate giornalistiche, avrebbe paragonato il consumo dei prodotti nostrani al fumo di sigaretta.
Negli ultimi anni stiamo assistendo alla riscoperta dell’antica tecnica del foraging, una pratica che consiste nell’utilizzo in cucina di erbe, bacche, frutti e fiori che crescono spontaneamente in un determinato territorio.
Il foraging porta con sé molti vantaggi che vanno dall’economicità all’eco-sostenibilità passando per la riscoperta di sapori tipici fortemente legati al territorio di origine. Proprio per questo motivo anche chef stellati hanno iniziato a utilizzare le specie vegetali messe a disposizione dal territorio, dando così sfogo alla propria creatività e offrendo piatti nuovi ma dai gusti antichi.
Lo zafferano, chiamato anche oro rosso, raggiunge costi che si aggirano intorno ai 10-15.000 euro al kg. Per produrre un kg di zafferano sono necessari circa 200.000 fiori e oltre 600 ore di lavoro manuale. Queste le motivazioni dei prezzi elevati di vendita.
In Lombardia un piatto molto rinomato è il risotto al pesce persico. Chi ci garantisce però che quello servito al ristorante sia davvero persico italiano e non persico del Nilo di qualità inferiore?
FEM2-Ambiente ha analizzato il pesce di lago offerto in molti ristoranti, constatando che quello nel menù è molto spesso il persico africano. Un pesce importato, spesso allevato in condizioni ambientali critiche sul Lago Vittoria e con caratteristiche nutrizionali molto diverse dal ‘nostro’ persico. Una vera e propria truffa.
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